Uscirà il prossimo 9 Gennaio 2025 al cinema Emilia Pérez, il nuovo film di Jacques Audiard con Adriana Paz, Zoe Saldaña e Selena Gomez
Uscirà il prossimo 9 Gennaio 2025 nelle principali sale cinematografiche italiane Emilia Pérez, il nuovo film di Jacques Audiard con Adriana Paz, Zoe Saldaña e Selena Gomez. Noi di Bingy News abbiamo visto il film in anteprima e adesso siamo pronti a darvi la nostra recensione.
Già vincitore del Premio della giuria e del Premio per la miglior interpretazione femminile all’intero cast all’ultimo Festival di Cannes (Adriana Paz, Zoe Saldaña, Selena Gomez e Karla Sofía Gascon, la prima donna transgender a ricevere il premio), vincitore di 5 premi EFA (miglior film, miglior regia, migliore attrice protagonista, miglior montaggio, migliore sceneggiatura), il film ha ottenuto ben 10 nomination ai prossimi Golden Globe.
Emilia Pérez: La Recensione
In un periodo in cui c’è mancanza di empatia, in cui l’odio e l’indifferenza strabordano, un periodo in cui se sei testimone di un’ingiustizia, preferisci filmarla piuttosto che intervenire direttamente (anche perché le probabilità che se nel caso intervenissi potresti mettere a repentaglio la tua vita sono molto alte) arriva Emilia Pérez, l’audace, toccante e potente nuovo film di Jacques Audiard.
Quando si pensa ai paesi dell’America Latina una delle cose che può saltare alla mente è la serie televisiva targata Netflix Narcos, che raccontava la storia della dilagante diffusione della cocaina tra Stati Uniti ed Europa negli anni ottanta. Infatti paesi come Messico, Colombia, Brasile e Giamaica, sono invasi dai cartelli, organizzazioni criminali che terrorizzano gli abitanti con omicidi lotte tra bande e rapimenti e che rappresentano il fulcro pulsante della corruzione.
Ma Emilia Pérez, non è un film sulla droga, sebbene la sua protagonista all’inizio di questa storia sia un potente boss del cartello messicano della droga che vuole ritirarsi dai suoi loschi affari e sparire per sempre lontano da sua moglie Jessi (Selena Gomez) e dai suoi figli.
Questo boss Manitas (Karla Sofía Gascón), ha in mente di attuare il progetto su cui lavora da anni: diventare la donna che ha sempre sognato di essere. Per farlo chiederà aiuto a Rita (Zoe Saldana), un avvocato al servizio di un grande studio, più interessato a scagionare i criminali che a consegnarli alla giustizia. La donna insoddisfatta del suo lavoro decide di accettare l’incarico, ignara del fatto che questa scelta cambierà per sempre non solo la sua di vita, ma anche quella di molti altri.
Emilia Pérez mostra la complessità dell’essere umano, attraverso i vari punti di vista dei suoi personaggi. Geniale la scelta di un chirurgo israeliano transfobico (Mark Ivanir) per effettuare il cambiamento di sesso che porterà Manitas a diventare Emilia con il dibattito che ne consegue tra il dott. Wasserman e Rita e la frase:
“Cambiare il corpo cambia l’anima. Cambiare l’anima cambia la società“.
Ma la vera forza di Emilia Pérez sono le sue donne, che offrono al pubblico delle performance formidabili. Quattro donne forti che Audiard dirige, con uno stile che si avvicina molto a quello di Pedro Almodóvar e Ferzan Özpetek dove le donne sono messe al centro della storia, in un percorso di trasformazione, redenzione e ricerca della propria voce in un mondo difficile.
Zoe Saldana, Selena Gomez e Adriana Paz sono meravigliose. Ma la vera rivelazione è Karla Sofía Gascón che con la sua espressività e le sue doti canore, è un piacere da guardare e da ascoltare,
Una scena in particolare mostra tutto questo, quella tra Emilia e Jessi, quando quest’ultima viene sbattuta con forza sul letto e urla, con una ferocia impressionante, come a voler dimostrare che puoi cambiare il tuo aspetto esteriore per riflettere quello interiore, ma non puoi cancellare completamente tutto il tuo io con una serie di operazioni, certe peculiarità del carattere permarranno sempre.
Nonostante per risultare un boss credibile Manitas doveva essere molto più spietato rispetto agli altri criminali, celando il più possibile quella parte che nessuno poteva o doveva minimamente percepire, questa cattiveria e spietatezza ha comunque generato dei demoni e questi le si sono attaccati addosso, diventando parte del suo essere.
Puoi nasconderli ma non puoi sopprimerli.
Sempre la stessa scena in questione è molto interessante in quanto rivela anche come il regista non cerchi di idolatrare Emilia, infatti nonostante la sua redenzione, Audiard non la ritrae come l’eroina della storia, ma come una personalità complessa. Anche i pentiti mafiosi, con le loro rivelazioni, hanno salvato delle vite e assicurato criminali alla giustizia, ma ovviamente, non sono certo degli eroi per questo e tutto il male fatto in precedenza non si può cancellare.
Le canzoni di Emilia Pérez
Il trio Ducol, Camille e Audiard fa un ottimo lavoro nella colonna sonora dove tutti e tre si sono occupati della stesura dei testi mentre Clément Ducol si è occupato della colonna sonora strumentale, e la cantautrice francese Camile ha composto i brani.
Non è un caso se al Festival di Cannes 2024, Ducol e Camille hanno vinto il Cannes Soundtrack Award e l’Hollywood Music in Media Award per la migliore colonna sonora originale in un lungometraggio.
A differenza di alcuni musical usciti quest’anno come Oceania 2 o Mufasa: Il Re Leone, dove le canzoni potevano essere carine e orecchiabili ma facilmente dimenticabili, le canzoni di Emilia Pérez sono differenti. Includendo alcune parti della trama che aiutano il suo sviluppo, queste canzoni sono originali, di metageneri, rappresentate come un monologo interiore di chi le sta interpretando.
E lasciatecelo dire, alcuni di questi brani sono davvero “Potenti“, riescono ad arrivare al cuore e fanno riflettere, senza l’utilizzo di straordinarie corde vocali che hanno una notevole estensione. Soprattutto quelle più semplici, come quella di una bambina che dice alla zia che il suo odore le ricorda tanto quello del suo papà defunto, o il numero splendidamente coreografato di “El Mal” in cui Rita passa tra i tavoli durante un Gala di beneficienza svelando il marcio che si cela dietro, o la canzone corale “Para” che racconta i motivi che spingono le persone ad aderire alla fondazione di Emilia:
“Para saber dónde, cuándo, quién y cómo pasó
Para contarles el final a los que él amó
Para que todos sus amigos lo puedan llorar
Para saber dónde los malos la escondieron
Para grabar ya una fecha
Aquí estoy
Para hablar del color de su cara
Aquí estoy”
“Per sapere dove, quando, chi e come è successo
Per raccontare la fine a coloro che amava
Affinché tutti i suoi amici possano piangerlo
Per scoprire dove l’hanno nascosta i cattivi
Per registrare una data ora
Eccomi qui
Per parlare del colore del tuo viso
Eccomi qui“
Lo dice anche il film, sono oltre 100000 le persone scomparse in Messico tra rapimenti e regolamenti di conti.
La colonna sonora di Emilia Perez si sposa perfettamente alle coreografie del coreografo belga Damien Jalet che catturano l’attenzione dello spettatore mettendo l’accento giusto al momento giusto.
Conclusioni
In conclusione Emilia Pérez è un film stupendo, audace e irriverente. Non è il classico musical, è molto di più! Un insieme di metageneri sia di generi musicali che di stili cinematografici che contengono all’interno un po’ di telenovela, dramma, comicità, di musical e anche un po’ di pulp, contornato da una sbalorditiva fotografia. Unico aspetto che stona un po’ è forse il fatto che in una storia che possiede al suo interno degli elementi alla Mrs Doubtfire, sua moglie non riesca mai a rendersi conto di chi abbia di fronte.
Emilia Pérez nelle sale italiane dall’8 Gennaio distribuito da Lucky Red
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