Donna Zakowska La fantastica signora Maisel

La costumista Donna Zakowska, vincitrice di due Emmy Awards, è stata ospite all’Università di Bologna per raccontare il mestiere del costume designer e del suo lavoro nella serie La Fantastica Signora Maisel

Lo scorso 13 Dicembre l’Università di Bologna ha dato il benvenuto alla celebre costumista Donna Zakowska per parlare e discutere del suo lavoro di costume designer, in particolare nella creazione dei costumi di scena per la serie tv ‘La Fantastica Signora Maisel’ creata da Amy Shermann-Palladino. La costumista è stata ospite del DAMSLab di Bologna in un incontro a cura di Sara Pesce, co-fondatrice dell’Italian Research Network on Celebrity Culture e di due professori dell’Università di Bologna Roy Menarini, critico cinematografico e docente di Cinema e Industria Culturale, Culture della Televisione e della Serialità e Fashion and Film e Antonella Mascio, docente di Media e Processi culturali e di Moda e Media digitali.

Donna Zakowska e La Fantastica Signora Maisel

La costumista Donna Zakowska durante l’intervento all’Università di Bologna ha parlato della connessione tra il personaggio creato da Amy Shermann-Palladino e la cultura americana dell’epoca, di come abbia dato identità al personaggio tramite i suoi costumi e di come l’abbigliamento della Signora Maisel sia uno dei punti vincenti della serie:

La fantastica Signora Maisel arriva dalla commedia tradizionale americana, la tradizione di creare un personaggio iconico che simbolizza l’emotività di un periodo storico. Sicuramente da Newyorkese, cresciuta a New York, ho sempre avuto la sensazione, così come l’hanno avuta anche gli scrittori, che questo era un momento molto speciale per la città, durante il quale l’arte, la moda, la politica, Il “West Village”  dove le persone potevano esprimere se stesse, rappresentavano anche una rottura della cultura americana avvicinandoci agli anni ’60. E quindi questa era la storia, creare il personaggio di una donna che non rientra nell’immagine della casalinga che resta a casa, che si prende cura dei bambini, cucina la cena, era un momento rivoluzionario nella commedia americana.

I costumi sono veri, magici, perchè esprimono la verità della magia del personaggio di Midge Miasel, rappresentano il suo viaggio emotivo. Questo è il cammino che ho seguito nel realizzare l’abbigliamento, è iniziato con il colore rosa, ho sempre scherzato sul fatto che non mi era mai piaciuto il rosa, ma poi sono diventata ossessionata da questo colore. Rappresentava il suo mondo attraverso il quale capisci la sensazione dell’illusione degli anni ’50, iniziando quindi dall’illusione per poi continuare il viaggio con il colore e utilizzarlo in una maniera molto simbolica, che ha reso il personaggio molto più ispirante.

Credo che nel modo in cui le persone si vestano tutti i giorni c’è qualcosa di motivante, nella maniera in cui noi creiamo la nostra realtà. Midge Maisel mi ha dato l’opportunità di creare una realtà emotiva di una donna, di un viaggio che parte dai clichè di come dovrebbe essere e di cosa è fatta una donna per arrivare ad una creazione sensata della sua identità. Ci sono elementi positivi e negativi, il bello e il brutto, l’emozione. Quando aggiungi quella realtà magica riesci a creare immagini iconiche e credo che una delle ragioni per le quali Midge Maisel e lo show siano diventati tanto popolari è perchè stavano regalando alle persone qualcosa di iconico, qualcosa che possiede una forte visione del personaggio, multidimensionale e magico allo stesso tempo. Non ti chiederai mai perchè lei sta indossando proprio quello, perchè è assolutamente la cosa giusta da indossare. I vestiti iniziano ad avere un impatto sulle persone quando diventano qualcosa di cui si ricordano anche oltre la semplice osservazione degli indumenti. Tutto questo è stato per me, il trovare un mondo magico ma allo stesso tempo molto vero.” ha dichiarato Donna Zakowska.

Il cappotto rosa è al National Museum of American History

La Fantastica Signora Maisel
La Fantastica Signora Maisel

Uno dei costumi indossati dall’attrice Rachel Brosnahan nella serie, il capotto rosa, è ora al National Museum of American History, accanto alle famose scarpette rosse di Dorothy de ‘Il Mago di Oz’. Donna Zakowska parla della cultura americana della fine degli anni ’50, del cappotto rosa diventato un pezzo da collezione e della moda dell’epoca:

Prima di tutto è un vestito facile da indossare, che chiunque può immaginare di indossare. Nella moda americana credo che in quel periodo traspari il fatto che era una momento molto ottimista, quando la guerra era appena finita e improvvisamente c’era questo incredibile utilizzo di colori. Quello che ho fatto io durante tutta la serie non è stato solo trovare una connessione con la moda americana. Erano anche molto ossessionati con la moda in generale in questo periodo. Credo che fosse molto emozionante, dal 1956 al ’59. Era la prima volta che la moda americana riceveva l’influenza di quella europea e il tutto si incrocia a New York. Le persone erano influenzate dall’Europa e avvertono questa eccitazione. Era veramente il periodo più definito per la moda femminile.

Possiede anche una dimensione femminile, e soprattuto è internamente una rottura, la rappresentazione della rottura nel mondo della moda che si distacca, una dinamica che le persone abbracciavano quando indossavano questi capi e per questo amavano indossarli. Quindi in un certo senso l’abbigliamento ha catturato quel momento. Credo che le persone facciano le cose maggiormente per istinto, non sai il perché ma riesci a catturare il pubblico.

Il fandom delle serie tv segue sia la storia che l’abbigliamento dei personaggi, c’è una connessione tra spettatori e reparti tecnico? Risponde Donna Zakowska

Non credo di pensare mai a chi possa fare piacere, semplicemente creo e faccio. Ma quello che mi ha affascinato dall’inizio è che c’era un enorme numero di artisti da parte dei fan, anche ad Halloween ho visto bambini vestiti di rosa correre per le strade di New York.

La costume designer parla anche del lavoro collettivo di tutto lo staff tecnico. Una serie tv di successo come ‘La Fantastica Signora Maisel’ deve avere avere una linea sottile che unisce tutti i reparti, ma non sempre c’è un confronto tra le parti come spiegato dalla Zakowska:

Dovrebbe essere così, ma nel caso di Mrs. Maisel le circostanze sono molto peculiari. Abbiamo comunicato raramente con il reparto scenografia, ma sin dall’inizio abbiamo avuto questa simile sensibilità di colore e quindi entravamo in una stanza e sapevamo che doveva essere l’arancione. Il team era sulla stessa lunghezza d’onda ed è stata una semplice coincidenza che tutti i colori funzionassero assieme. Il production designer non voleva parlare molto del suo lavoro, ma siamo stati molto fortunati per cosa sia successo con Mrs. Maisel, ma sicuramente non è stata la norma.

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Di Valentina Turci

Nata e cresciuta a pane e serie tv. La sua carriera nell'informazione inizia nel 2013 muovendo i primi passi nei magazine locali, per poi specializzarsi nel settore dell'intrattenimento.

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