La nostra recensione di Captain America: Brave New World, il nuovo film Marvel Studios, nelle sale cinematografiche italiane da oggi 12 Febbraio
Esce oggi 12 Febbraio, nelle principali sale cinematografiche italiane Captain America: Brave New World, il nuovo film targato Marvel Studios che vede Sam Wilson (Anthony Mackie), dopo gli avvenimenti della serie televisiva The Falcon and The Winter Soldier, prendere il posto di Steve Rogers, diventando lui stesso il nuovo Capitan America.
Noi di Bingy News abbiamo avuto la possibilità di vedere il film in anteprima e adesso siamo pronti a darvi la nostra recensione.
Dopo aver incontrato il neoeletto Presidente degli Stati Uniti Thaddeus Ross, interpretato da Harrison Ford al suo debutto nel Marvel Cinematic Universe (prendendo il posto del compianto William Hurt, scomparso nel 2022) Sam si ritrova nel bel mezzo di un incidente internazionale. Deve scoprire le ragioni di un efferato complotto globale prima che il mondo intero sia costretto a vedere rosso.
Captain America: Brave New World, Recensione
Diciamoci la verità, raccogliere il testimone, non è mai stata un’impresa facile nel mondo cinematografico e televisivo, e non tutti sono in grado di reggere il confronto, soprattutto quando si tratta di un personaggio tanto amato come il primo vendicatore, Steve Rogers, interpretato magnificamente da Chris Evans sin dal primo film del 2011.
14 anni dopo ci troviamo con Brave New World, anche se tradotto vuol dire “un nuovo mondo” se pensiamo proprio ad una traduzione alla lettera ci troviamo davanti a tre parole: CORAGGIOSO nuovo mondo.
Ecco nel quarto film su Capitan America quello che è mancato, è soprattutto il coraggio. Gli sceneggiatori e il regista non hanno osato abbastanza, Rob Edwards, Malcolm Spellman, Dalan Musson, Peter Glanz e Julius Onah non sono stati abbastanza coraggiosi, preferendo porre l’attenzione esclusivamente sul filo dello spionaggio e di un contesto geopolitico, senza riuscire però, a sfruttarlo pienamente.
Ora non possiamo sapere se la colpa è da attribuire al fatto che Captain America: Brave New World abbia avuto parecchi incidenti di percorso, da una produzione molto travagliata, ai considerevoli reshoot e cambiamenti al copione che possono aver modificato e stravolto la struttura narrativa iniziale. Uno degli esempi riguarda quella che doveva essere la prima supereroina israeliana Sabra/Ruth Bat-Seraph, interpretata dall’attrice Shira Haas (Shtisel, Unorthodox), che a causa del conflitto israeliano-palestinese è stata trasformata in una semplice ex Vedova.
Sta di fatto che il nuovo capitolo della Marvel risulta lineare, semplice e del tutto privo dell’effetto sorpresa. La mancanza di quest’ultimo pero’, è da imputare a chi si è occupato della promozione del film, a partire dai trailer che hanno spoilerato la qualunque sino ad arrivare ai poster promozionali.
I colpi di scena erano presenti nel film, il problema è che li avevano già rivelati in precedenza. Come il più grande di tutti, la trasformazione dell’ex Generale e ora Presidente degli Stati Uniti Thaddeus Ross detto “Thunderbolt” (che adesso ha il volto di Harrison Ford al suo debutto nel Marvel Cinematic Universe dopo la dipartita di William Hurt, scomparso nel 2022) in Hulk Rosso, quel colpo di scena che avrebbe fatto saltare gli spettatori dalla sedia ed esultare a squarciagola, se lo sono giocati dal primo teaser, arrivando addirittura a inserirlo nel poster promozionale del film.
O la scoperta dell’Adamantio, quel metallo così prezioso e praticamente indistruttibile, molto più del Vibranio, quel materiale in grado di collegare gli Avenger ai mutanti di X-Men, lo svelano nel trainer così tranquillamente, come se avessero detto hai visto lo scudo.
In tutta onestà, Captain America: Brave New World più che un film sul nuovo Capitano, sembra un sequel de L’incredibile Hulk (The Incredible Hulk, il film del 2008 diretto da Louis Leterrier), senza Hulk, ma utilizzato come strumento per riportare sulla scena dell’MCU personaggi come Elizabeth “Betty” Ross (Liv Tyler) e Samuel Sterns (Tim Blake Nelson). Viene persino raccontato dello scontro tra Abominio (Tim Roth) e Hulk avvenuto in quel film, glissando naturalmente sul fatto che l’ultima volta che entrambi sono apparsi sullo schermo è stato durante la loro partecipazione alla serie televisiva She-Hulk.
Adesso passiamo al protagonista della storia: Sam Wilson
Sam Wilson, il personaggio interpretato da Anthony Mackie nel corso degli anni è sempre stato la spalla perfetta sia per Steve Rogers, che all’interno degli Avengers. Purtroppo però, come leader, non cattura lo schermo, non riesce a spiccare fino in fondo.
Abbiamo apprezzato il dilemma interiore di non riuscire a sentirsi mai all’altezza (tema alquanto esplorato ampiamente nella serie The Falcon and the Winter Soldier), soprattutto in un periodo così delicato che sta vivendo il mondo, è sempre più importante mostrare che puoi farcela anche senza sieri da supersoldato, che puoi essere il supereroe di una nazione sempre più votata all’odio e all’indifferenza, disposta a credere a qualsiasi favoletta gli venga propinata.
Sam Wilson in undici anni dell’MCU ne ha fatta di strada, sgomitando e dando tutto sé stesso per trovare il suo posto nel mondo, e un Capitan America che non tenta di essere l’imitazione del compianto Steve Rogers.
Tuttavia, non tutti i personaggi possono essere dei protagonisti, a volte si è solamente delle ottime spalle. Badate bene che abbiamo parlato di personaggi non di attori. Non è assolutamente in discussione il talento di Anthony Mackie, ma è come i registi e gli sceneggiatori, hanno costruito il personaggio nel corso degli anni, plasmandolo appunto come una spalla, ma non come leader.
Come dice ad un certo punto Harrison Ford “Lei non è Steve Rogers” e dobbiamo dargli ragione.
Non è la prima volta che questo accade! In Black Panther: Wakanda Forever, per esigenze di copione date dalla prematura dipartita di Chadwick Boseman, Shuri, il personaggio interpretato da Letitia Wright, ha dovuto raccogliere le redini e la responsabilità di diventare protagonista del film, diventando la nuova Black Panther. La Wright che aveva dato prova della sua bravura in serie come Black Mirror in cui ha brillato nell’episodio “Black Museum” o “Humans” eppure in Black Panther da spalla perfetta che era, Shuri non è riuscita a spiccare come leader in Wakanda Forever.
E che dire di Giancarlo Esposito? Un cattivo per eccellenza, cento volte migliore dell’actual Villain di questo film, e veramente poco sfruttato, avremmo voluto vederne ancora e ancora.
Anche le sequenze d’azione sono state ben realizzate, con dei passaggi adrenalinici e combattimenti ben coreografati. Soprattutto le scene in volo, perchè questo Capitan America ha le ali e come sappiamo, le sa usare molto bene.
In sostanza, non stiamo dicendo che Captain America: Brave New World sia un brutto film è solo che, per dirla alla RuPaul, il risultato finale è stato un po’:
Captain America: Brave New World al cinema da oggi 12 Febbraio
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