good american family recensione

La nostra recensione in anteprima di Good American Family, la miniserie targata Disney+ che segna il debutto di Ellen Pompeo fuori da Grey’s Anatomy

Arriva da mercoledì 9 Aprile la nuova miniserie originale in otto episodi ‘Good American Family’, il racconto della assurda storia vera che riguarda Natalia Grace, un’orfana ucraina sospettata di aver mentito sulla sua data di nascita. Il cast è guidato dall’attrice Ellen Pompeo, la Meredith Grey della serie ‘Grey’s Anatomy’ che ha deciso di esplorare nuovi progetti oltre il medical drama, insieme a Mark Duplass e Imogen Reid.

Good American Family: La trama

La serie in otto episodi racconta la storia di Natalia Grace, una bambina di sette anni affetta da displasia spondiloepifisaria congenita. La piccola viene adottata privatamente, tramite una losca agenzia, da parte della famiglia Barnett. I coniugi Kristine e Michael, insieme ai loro tre figli biologici, accolgono in casa Natalia la quale esprime fin da subito la necessità di avere una mamma e un papà che l’amino cosi com’è. Ma le cose sembrano prendere una piega oscura quando la bambina manifesta segni di irritabilità e comportamenti al limite del normale.

Kristine inizia a dubitare della vera età di Natalia e scopre che l’agenzia a cui si sono rivolti è stata chiusa per truffa ai danni delle famiglie affidatarie. Da lì viene scoperchiato un vaso di Pandora: in realtà Natalia è un’adulta e soffre di sociopatia. Ma sarà davvero cosi o c’è dell’altro dietro questa assurda storia?

Good American Family – Recensione: Una vicenda tipicamente americana

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Ancora una volta la provincia americana fa da sfondo ad una vicenda giudiziaria incomprensibile. Dopo la serie ‘The Act’, in cui veniva raccontata la storia di Gypsy Blanchard, questa volta tocca a Natalia Grace un’orfana ucraina affetta da nanismo di cui si mette in dubbio l’età effettiva. ‘Good American Family’, fatta eccezione per le scene di apertura e di chiusura degli episodi, segue la linea temporale in cui si svolgono i fatti mostrando come la famiglia Barnett accolga Natalia in casa per iniziare una nuova vita insieme.

Per gli spettatori che non conoscono la vera storia di Natalia Grace, i primi cinque episodi di ‘Good American Family’ sembrano dare una risposta diretta e coincisa alla vera data di nascita dell’orfana, mostrando prove inconfutabili che inchiodano la sua malafede. Lo stesso vale per la diagnosi di sociopatia, anticipata da eventi da film dell’orrore vissuti da Kristine. Insomma, Natalia Grace è una ragazza di 22 anni con seri problemi di salute mentale la quale non ha mai trovato una famiglia seria che le desse aiuto.

Le certezze, però, iniziano a vacillare in corso d’opera: chi è il mostro della vicenda? Natalia Grace con i suoi tranelli e le sue ossessioni o i Barnett all’apparenza la perfetta famiglia americana che non ha raccontato tutta la verità? La svolta arriva a metà serie, quando gli sceneggiatori hanno deciso di scrivere un episodio straziante e commovente in cui Natalia Grace inizia a vivere da sola nell’appartamento fornito dalla famiglia affidataria.

Grazie anche alla performance divina di Imogen Reid, lo spettatore riesce a connettersi empaticamente per la prima volta con Natalia, iniziando a intuire chi alla fine si rivelerà il vero manipolatore (almeno per come si schiera la serie).

‘Good American Family’ narra una storia fatta di sfruttamento e solitudine ma anche di manipolazione, egoismo e bugie dove viene tracciata una linea sottile tra la verità e l’inganno. Certo è che gli sceneggiatori di ‘Good American Family’ hanno fatto la loro scelta e decidono di schierarsi dando giustizia ad una delle due parti.

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Di Valentina Turci

Nata e cresciuta a pane e serie tv. La sua carriera nell'informazione inizia nel 2013 muovendo i primi passi nei magazine locali, per poi specializzarsi nel settore dell'intrattenimento.

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