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La nostra recensione in anteprima del documentario Mauro Rostagno. L’uomo che voleva cambiare il mondo, scritto da Roberto Saviano

Esce il 26 febbraio su Sky Documentaries il nuovo documentario curato e scritto da Roberto Saviano dedicato a Mauro Rostagno, il sociologo, docente e giornalista che consacrò parte della sua vita alla lotta alla mafia e da questa assassinato il 26 settembre 1988. E’ dunque nella storia personale di Mauro Rostagno che ci immergiamo grazie al racconto delle persone a lui più vicine, una storia che parte da Torino, dove il giovane Mauro appena diciottenne e non ancora diplomato, sposa Maria Teresa Conversano da cui ha la prima figlia, Monica. 

Chi era Mauro Rostagno?

Il suo carattere irrequieto fa in modo che non si accontenti di un’esistenza da operaio e lo porta prima in Germania, poi nel regno Unito per poi tornare in Italia, a Milano, dove si diploma con l’intento di fare il giornalista. Emigra nuovamente in Francia per poi tornare stabilmente in Italia ed iscriversi alla neonata facoltà di sociologia dell’università di Trento, dove ben presto diventa uno dei punti di riferimento del sessantotto italiano.

Intanto ha una seconda figlia, Maddalena, da quella che sarà la sua compagna per il resto della vita, Elisabetta -Chicca- Roveri, che nasce a Palermo dove si è trasferito per insegnare sociologia prima di compiere un importante viaggio in India per avvicinarsi al movimento di Osho che trasferirà in Italia, vicino Trapani, nel centro Saman, prima di trasformarlo in comunità per tossicodipendenti ed a cui si dedicherà per il resto della vita, affiancandolo con l’attività di giornalista di mafia. 

Una vita iperbolica, costruita su più livelli, ma mai in seconda fila. E’ questo quello che evinciamo da queste due puntate in cui le immagini storiche si affiancano alla narrazione di Saviano e soprattutto alle testimonianze affidate alle voci dei protagonisti: le figlie, la sorella Carla, i suoi collaboratori più vicini e soprattutto Chicca Roveri che fu anche indagata per l’assassinio del marito, prima che fosse riconosciuto vittima della mafia.

Ci sono voluti trent’anni di indagini per fargli avere giustizia, trent’anni in cui le ipotesi più disparate si sono affiancate all’unica verità che Bettino Craxi, all’epoca vicino al giornalista, aveva indicato sin da subito: vittima della mafia, vittima dell’allora boss di Trapani, Vincenzo Virga, che finalmente nel 2020 la Cassazione condanna definitivamente all’ergastolo.

Mauro Rostagno: Il documentario di Roberto Saviano

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Il documentario su Mauro Rostagno, scritto da Roberto Saviano e prodotto da Sky in associazione con Palomar, Sky Studios e patrocinato dal MiC, è un viaggio che ci accompagna alla scoperta di una personalità complessa, difficilmente definibile e a cui raramente viene riconosciuto il merito che le spetta. Ed è in questa direzione che si muove l’intento di Saviano: poter finalmente ri-conoscere, nel senso di conoscere nuovamente, un uomo che fu protagonista del suo tempo e che si spese sempre anima e corpo, con l’ironia che lo contraddistingueva e che spesso usava nel suo lavoro di giornalista, per combattere le cause in cui credeva. 

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