Mufasa: Il Re Leone, Recensione del Prequel del nuovo film Disney, diretto da Barry JenkinsMufasa: Il Re Leone, Recensione del Prequel del nuovo film Disney, diretto da Barry Jenkins

Recensione di Mufasa: Il Re Leone, Prequel del nuovo film Disney diretto da Barry Jenkins, nelle sale italiane da giovedì 19 Dicembre

Uscirà giovedì 19 Dicembre nelle principali sale cinematografiche italiane Mufasa: Il Re Leone, il nuovo film Disney diretto da Barry Jenkins che unisce tecniche cinematografiche live-action con immagini fotorealistiche generate al computer. Noi di Bingy News abbiamo visto il film in anteprima e ora siamo pronti a darvi la nostra recensione.

Mufasa: Il Re Leone, Recensione

In un periodo di remake, sequel e prequel, Disney continua il suo progetto di arricchimento dei vari franchise, con l’aggiunta di nuove storie inedite. Infatti, a meno di un mese dall’uscita di Oceania 2, ecco che è pronto ad arrivare nelle sale dal prossimo 19 Novembre Mufasa: Il Re Leone, il film che racconta la vita di Mufasa, padre di Simba, partendo da quando era un piccolo cucciolo di Leone sino ad arrivare alla sua incoronazione, attraverso sfide, avventure, famiglia, amore e amicizia.

Questo prequel, viene narrato da Rafiki, attraverso flashback, alla giovane cucciola di leone Kiara, figlia di Simba e Nala, alla presenza di Timon e Pumbaa che con i loro siparietti, rappresentano ancora una volta, l’elemento comico del film.

Il tutto ricorda molto un altro lavoro Disney, il sequel Cenerentola II – Quando i sogni diventano realtà, il film d’animazione direct-to-video del 2002 che vedeva la Fata Smemorina e i due topolini Gas e Giac raccontare sempre mediante l’utilizzo dei flashback, ciò che accade dopo il “per sempre felici e contenti“.

Rispetto al remake in chiave “live action” del 2019 possiamo dire che Mufasa: Il Re Leone, offre un miglioramento nell’animazione, regalando ai personaggi una maggiore espressività che era quasi del tutto assente nel film diretto da Jon Favreau. Ma non sono solo i personaggi ad essere raffigurati meglio, la regia di Jenkins in questo prequel regala al pubblico una maggiore varietà di luoghi che vengono ritratti, dalle terre aride invase dalla piena di un fiume, alle montagne innevate e poi ovviamente alla meravigliosa Milele, Mufasa: Il Re Leone raggiunge una maggiore dinamicità rispetto al precedente.

Mufasa: Il Re Leone, Recensione del Prequel del nuovo film Disney, diretto da Barry Jenkins
Mufasa: Il Re Leone, Recensione del Prequel del nuovo film Disney, diretto da Barry Jenkins

La Colonna Sonora

La colonna sonora di Mufasa: Il Re Leone è piena di canzoni orecchiabili, tuttavia, benché ci troviamo davanti ad uno dei più acclamati compositori di Hollywood e Broadway degli ultimi anni, Lin-Manuel Miranda, nessuna delle sette canzoni originali è memorabile.

Bisogna essere onesti, il problema principale risiede nel fatto che quando ti trovi a dover competere con canzoni iconiche come “Il Cerchio della Vita” o “Hakuna Matata” è  impensabile riuscire a raggiungere lo stesso livello di perfezione, canzoni che ancora oggi cominciamo a canticchiare non appena sentiamo il titolo e che sono fermamente impresse nella memoria collettiva.

È un po’ come successe con Il ritorno di Mary Poppins, il sequel del 2018 che vedeva protagonisti Emily Blunt e Lin-Manuel Miranda. Anche se Miranda è presente in entrambi i progetti la colpa però non è da attribuirsi a quest’ultimo, che con Hamilton, In the Heights e soprattutto con Oceania (dato che siamo pur sempre recensendo un film Disney) ha ampiamente dimostrato negli anni la sua bravura, solo che quando ti trovi a competere con colonne sonore che hanno fatto la storia, cercare di equipararle diviene una missione impossibile, e Lin-Manuel Miranda per quanto sia un eccezionale compositore non è Ethan Hunt.

Mufasa: Il Re Leone, Recensione del Prequel del nuovo film Disney, diretto da Barry Jenkins
Mufasa: Il Re Leone, Recensione del Prequel del nuovo film Disney, diretto da Barry Jenkins

Elodie: Una dolce sorpresa

Prim’ancora che la critica o la stampa avessero avuto la possibilità di visionare questo film in anteprima, ci sono state numerose polemiche in merito alla partecipazione della cantante Elodie nella lista dei doppiatori. Ciò nonostante, a differenza del suo collega Mahmood, Elodie fa un lavoro eccellente in questo doppiaggio e non solo nel canto ma anche nella recitazione, nascondendo il più possibile il suo intercalare romano, è evidente che la sua preparazione per questo ruolo è stata meticolosa.

Anche il resto del cast vocale italiano fa un egregio lavoro sia per i vecchi che per i nuovi. Emozionante vedere la famiglia che si riunisce non solo sullo schermo ma anche nella vita reale. Sì perché se nella versione originale possiamo vedere Beyoncé Knowles-Carter insieme a sua figlia Blue Ivy Carter che interpretano rispettivamente Nala e Kiara, anche nella versione italiana possiamo vantare non solo di un genitore e il proprio figlio ma di ben due.

Precisamente, nei panni di Nala e Kiara abbiamo il ritorno della cantante Elisa e il debutto di sua figlia Emma Cecile Rigonat, mentre Luca Marinelli ed Eugenio Marinelli interpretano rispettivamente Mufasa e suo padre Masego.

Mufasa: Il Re Leone, Recensione del Prequel del nuovo film Disney, diretto da Barry Jenkins
Mufasa: Il Re Leone, Recensione del Prequel del nuovo film Disney, diretto da Barry Jenkins

La struttura narrativa

Se il cast vocale sia italiano che in lingua originale è stato straordinario, offrendo al pubblico delle splendide performance sia nella dizione che nel canto, uno dei problemi con cui si scontra Mufasa: Il Re Leone è la sua struttura narrativa, debole, superficiale a tratti prevedibile e banale.

In tema prequel uno dei punti focali è la rivelazione. Il dare una spiegazione su come si è giunti ad un determinato evento, come per personaggio è diventato cattivo o come si sono conosciuti quei personaggi, sono solamente alcuni esempi di domande che lo spettatore può essersi posto nel corso degli anni.

Mufasa: Il Re Leone rivela come Mufasa sia diventato il Re delle Terre del Branco e da dove sia scaturita la gelosia ossessiva da parte di suo fratello. Per anni si è ipotizzato che questa gelosia era causata dal fatto che Scar non fosse Re in quanto fratello minore, ma Jeff Nathanson preferisce cadere nella banalità più assoluta relegando il tutto ad uno stupido triangolo amoroso.

Soprattutto il cambiamento di Taka, troppo improvviso e sbrigativo, come la scelta del nome manca non solo di struttura ma impedisce allo spettatore di empatizzare con questo personaggio.

Prima abbiamo detto che Timon e Pumbaa con i loro siparietti rappresentano l’elemento comico di questo film. Ed è vero, ciò nonostante le battute postmoderne e metacinematografiche, questi ritorni al tempo presente, troncano non solo la scorrevolezza del film ma sono una vera e propria battuta d’arresto emozionale. Un po’ com’era successo con la serie televisiva Una serie di sfortunati eventi, dove le continue interruzioni di Lemony Snicket, non arricchivano la storia ma la indebolivano.

Mufasa: Il Re Leone, nelle sale italiane da giovedì 19 Dicembre

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